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Maneki neko: il gatto portafortuna giapponese

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La traduzione in italiano della parola Maneki neko (招き猫) corrisponde a “gatto che invita” o “gatto che chiama” o ancora “gatto che fa cenno” ed indica chiaramente l’aspetto di questa statuina a forma di gatto; infatti, un maneki neko altro non è che una piccola statua, solitamente in porcellana o in ceramica, a forma di gatto con una delle zampe anteriori alzate ed con il palmo chiuso, utilizzata come portafortuna.

Nella cultura giapponese esistono moltissimi amuleti e portafortuna, come gli omikuji, le bambole daruma e gli omamori; il maneki neko si aggiunge a questi ma con uno scopo ben specifico, ovvero “invitare ad entrare (nel nostro negozio, nella nostra casa, nella nostra vita) soldi e clienti oppure fortuna e salute”.

La scelta del tipo di fortuna che vogliamo richiamare è indicata da quale delle due zampe il meneki neko tiene alzata: se questa è la sinistra allora il richiamo è alla fortuna finanziaria, se invece la zampa è quella destra allora il richiamo è per la salute. C’è però da dire che questa è solamente la credenza più comune, nel tempo è cambiata e tutt’ora può essere diversa in base al luogo.

Ovviamente, qualcuno potrebbe pensare: perché scegliere solo una delle due fortune? Bhè, esistono anche maneki neko con entrambe le zampe alzate; alcuni li associano alla protezione della casa ma, come si dice anche in Italia, “il troppo guasta”, per questo motivo questa tipologia di statuetta non è ben vista da alcune persone, in quanto credono che chi le acquista sia egoista che vuole più di quello che la fortuna ha da offrirgli.

Altra particolarità dei maneki neko è data dalla lunghezza della zampa alzata, sembrerebbe che più la zampa sia in alto, rispetto alla testa, e più fortuna si richiami. Ed ancora, il fatto che sotto di essi sia presente, quasi sempre, un cuscino o un piccolo rialzo; il cuscino da confort a chi c’è seduto sopra, quindi rafforza la protezione e la fortuna che il maneki neko offre al suo proprietario.

Varie tipologie di maneki neko aquistati in giappone
Varie tipologie di maneki neko aquistati in giappone

Ultima particolarità dei gatti portafortuna giapponesi è quella del colore; non essendoci documentazione precisa, questa caratteristica viene considerata come un’aggiunta del XX secolo, più che altro come modo per diversificare la platea di acquirenti. Per cui il rosa simboleggia l’amore, il verde la riuscita nello studio e lo stare in salute, il nero aiuta a tenere fuori dall’abitazione gli spiriti maligni e le presenze non gradite, il colore oro la ricchezza e la prosperità economica, il bianco è invece il colore classico e quello storico.

A tutto questo si aggiungono alcuni dettagli, come la presenza di una o più monete nella zampa o sul corpo del gatto, l’immancabile collarino rosso con un campanello al centro del collo e altri accessori; la moneta si chiama Koban ed era usata nel periodo Edo, stesso periodo di nascita dei maneki neko; il collare, essendo di colore rosso, potrebbe indicare un ulteriore simbolo di fortuna essendo questo un colore fortunato in Giappone; il campanello, infine, potrebbe essere associato alla sua capacità di scacciare gli spiriti maligni e le malattie grazie al suo suono.

I gatti nella cultura giapponese sono molto presenti, non solo come portafortuna, ma anche in tante credenze popolari, leggende di yokai, esseri sovrannaturali e divinità.

 

Origine e leggende sulla nascita dei Maneki Neko

L’origine dei Maneki Neko non è ben definita; non esistono documenti ufficiali che ne sanciscono la nascita, anche se il tutto viene fatto risalire al periodo Edo (1603 – 1868); al contrario, esistono tantissime leggende su quale fu il gatto che ispirò la realizzazione di questa statuetta portafortuna.

Quella più famosa è sicuramente quella del tempio Gotokuji di Setagaya, a Tokyo. La leggenda racconta di un signore feudale, Ii Naotaka, che di ritorno da una caccia con i falchi decise di fermarsi per riposare sotto un grande albero; ad un certo punto un gatto iniziò a chiamarlo verso di se facendo un cenno con la zampa; il daimyo decise di andargli incontro ed una volta arrivatogli dinanzi un enorme temporale si abbatté al suolo, con fulmini e saette; il signore feudale riconobbe nel gatto colui che lo aveva salvato dal temporale e decise di sovvenzionare il tempio in cui questo viveva con i monaci; tutt’ora le sue spoglie, e quelle della sua famiglia, sono sepolte nel cimitero del Gotokuji.

Ema con maneki neko al tempio Gotoku-ji
Ema con maneki neko al tempio Gotoku-ji

Un’altra leggenda molto famosa è ambientata sempre a Tokyo, ma questa volta fa riferimento al quartiere di Asakusa, sede del famoso tempio Sensoji; si narra che in questo quartiere, nei pressi del santuario Imado, vivesse una coppia di anziani con il loro gatto; la loro situazione economica non era delle migliori perciò gli era stato proposto più volte di vendere il loro gatto a qualche ricco signore per ricavarne dei soldi, ma loro ne erano troppo affezionati per darlo via; una notte il gatto comparve in sogno all’anziana signora e le disse “Voglio ricambiare il tuo affetto nei miei confronti! Realizza una statuina con le mie sembianza e vendila al tempio”; la vecchia signora così fece e la statuetta a forma a gatto venne subito acquistata, per cui ne realizzò altre e tutte ebbero lo stesso successo.

Tutt’oggi il santuario Imado si contende la nascita del primo Maneki Neko con il tempio Gotoku-ji; inoltre, lil ritrovamento più antico di un maneki neko è stata realizzata proprio durante degli scavi nei pressi di Asakusa.

Altre leggende sono molto simili alle due precedenti; ad esempio, una racconta di un samurai che girovagava nei boschi finché ad un certo punto vide un gatto color oro che lo salutò alzando la zampa; il samurai decise di seguirlo fino al tempio in cui viveva e rimase lì per ripararsi dalle intemperie che erano sopraggiunge. Il giorno dopo scoprì che quel tempio era dedicato proprio al gatto per cui decise di donare una statua a forma di gatto con la zampa alzata come segno di gratitudine.

Ancora: un monaco ricevette la visita di un gatto malconcio al suo tempo che gli chiese aiuto; il monaco lo aiutò, e per ringraziarlo il gatto lo portò in un luogo segreto dove era custodito un grande tesoro; a quel punto il monaco, in segno di ringraziamento, realizzò una statua a forma di gatto con la zampa alzata per ricordare lo strato ma felice evento.

Ultima, si racconta che un giorno, mentre era in mare, un marinaio vide un gatto bianco sulla spiaggia che lo chiamava a se, disse ai suoi compagni di andare a vedere ma questi si rifiutarono, così lui prese una scialuppa e andò da solo; una volta arrivato sulla spiaggia ed avvicinatosi al gatto, la nave con i suoi compagni affondò per una mareggiata e l’unico che si salvò fu proprio in marinaio che andò dal gatto con la zampa alzata.

Fabrizio Chiagano
Fabrizio Chiagano
Web Developer, UX e UI Designer. Abbastanza Nerd, appassionato di tecnologia, fotografia, cinema, documentari e marketing. Ovviamente, patito di anime, cucina e cultura Giapponese. Vivo a Milano ^_^