Omamori

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Gli omamori sono amuleti giapponesi che hanno lo scopo di aiutare il possessore a far avverare un suo desiderio o ad aiutarlo alla realizzazione di una sua esigenza, sia essa la risoluzione di un problema di salute, di fare un viaggio sereno e tranquillo, di stringere nuovi legami di amicizia o di trovare l’amore.

La parola “omamori” (お 守 り) è composta da dal termine “mamori” che significa “proteggere” mentre la O iniziale serve a dare onorificenza alla parola che ne segue; si usa anche, ad esempio, davanti a parole come Dango, Genki, Bento, etc…

Un omamori è quindi un qualcosa che ci protegge, che ci aiuta, che ci sostiene in determinate situazioni della nostra vita.

 

Storia degli omamori

In Giappone, fino al 1868, lo shintoismo ed il buddismo erano due religioni che nei secoli si erano fuse tra loro; era comune trovare santuari shintoisti con edifici o pratiche buddiste e viceversa. Dopo quella data però, all’inizio del Periodo Meiji, l’imperatore proclamò lo Shintoismo come religione ufficiale di Stato, rendendone illegale la fusione con il Buddismo.

Gli omamori nascono molto prima del 1868, quando le due religioni erano nel pieno della loro simbiosi; sono una specie di fusione tra gli Ofuda dello shintoismo ed i talismani buddisti che tutt’oggi sono usati ancora in alcune nazioni asiatiche.

Ofune e talismani buddisti che hanno originato gli omamori

La loro popolarità raggiunse il picco intorno al XVII secolo, durante lo shogunato Tokugawa, e da allora sono rimasti ampiamente utilizzati, diventando fin anche un business non da poco; dopotutto, insieme alle offerte dei fedeli, ai goshuin, agli omikuji, sono uno dei proventi che danno sostentamento sia per i santuari sia per i templi.

In origine erano le Miko dei santuari o le donne laiche che lavoravano nei templi a realizzarli a mano; oggi, i luoghi più spirituali continuano a realizzarli artigianalmente, ma la maggior parte è prodotta industrialmente in Giappone o in Cina, per poi essere, in ogni caso, benedetta dai sacerdoti prima della vendita.

C’è anche da dire che alcune scuole buddiste, come quella della Terra Pura, non fanno uso ne vendono omamori in quanto credono in Amida e pensano che ogni persona, per avere la protezione richiesta, debba fare affidamento unicamente su di lei e non su qualche tipo di oggettistica; considerate anche che mostrare un amuleto in uno di questi templi è considerato irrispettoso.

 

Caratteristiche di un Omamori

Esiste una differenza tra gli omamori, ovvero chi dà a quell’oggetto il loro potere di protezione. Per lo shintoismo sono i kami che risiedono negli oggetti di culto nei vari santuari a dare la forza spirituale agli amuleti; nel culto buddhista, invece, se ne occupa il Go-honzon, ovvero la pergamena oggetto di devozione della scuola buddhista giapponese.

Ovviamente l’importanza del tempio fa anche sì che un omamori sia più “potente” o comunque desiderato rispetto ad un altro. Se ne comprate uno al Gran Santuario di Ise oppure al Sensō-ji di Asakusa, la sua forza spirituale dovrebbe essere maggiore.

Quasi sempre troverete inciso uno di questi kanji sulla versione shintoista: 神 (Kami), 大社 (Taisha), 神社 (Jinja), 神宮 (Jingū); ed uno di questi sulla versione buddista: 寺 (Tera), 寺院 (Jiin).

Un’altra caratteristica importante da evidenziare, come già accennato ad inizio articolo, è il fatto un omamori non serve a realizzare il vostro desiderio o a risolvere il vostro problema… il suo scopo è quello di supportarvi alla risoluzione dello stesso.

Quindi, se ad esempio si ha un problema di salute, non basta comprarne uno o più per far sì che la malattia svanisca, come anche non basta comprare un amuleto per la protezione in auto e poi correre a 200km/h in tangenziale fregandosene dei cartelli stradali e dei limiti e divieti.

Un omamori ci supporta e ci infonde la forza ed il coraggio per risolvere da noi stessi i problemi. Anche i più generici “portafortuna” fanno sì che la fortuna ci raggiunga a seguito delle nostre azioni, supportate dalla forza spirituale del talismano.

A tale scopo è necessario che l’amuleto ci segua attivamente per adempiere al suo compito di supporto. Sarebbe inutile lasciarlo a casa mentre siamo via; quindi può essere usato come portachiavi, come ciondolo da attaccare allo zaino o alla borsa, lo si può tenere in tasca, o perché no, attaccato come ciondolo per i capelli (magari alcuni sono più adatti di altri, in base alla loro forma).

Omamori come portachiavi

Infine, la durata è di circa un anno. Questo significa che una volta acquistato, se non siete pesantemente afflitti da sfortuna o problemi vari, il talismano vi proteggerà ed aiuterà per un anno, dopodiché dovrà essere riportato al santuario o al tempio per essere bruciato e scacciare via tutte le negatività assorbite nel corso della sua vita.

Soprattutto nel periodo di capodanno, presso i santuari vengono posizionate delle vere e proprie ceste dove raccogliere tutto il materiale che poi sarà bruciato per annullare la malvagità assorbita dagli quegli oggetti.

In realtà in molti, me compreso (anche per necessità logistiche), lo conservano anche per più tempo, magari senza portarlo più con se ma tenendolo come ricordo nascosto nei meandri di casa.

Il prezzo è variabile; ne ho visti alcuni a 300 JPY per arrivare fino a 2.500 JPY ad Ise, ma la media si aggira sui 500 JPY.

 

Tipologie e forme di omamori

Oggi possiamo trovare “in commercio” due differenti forme di omamori.

Le due forme di omamori: in stoffa ed a forma di qualcosa

I classici, quelli che potrei definire “originali” anche se forse no è proprio il termine giusto, ovvero quelli dalla forma rettangolare ed in stoffa. All’interno di questi amuleti è presente un foglio di carta o un pezzetto di legno su cui è trascritto un pezzo di sutra o alcune parole dalla forte potenza spirituale; questo foglietto è quindi rivestito da una copertura in stoffa, su cui quasi sempre è ricamato il nome del santuario su di un lato e la tipologia di protezione sull’altro.

Hanno svariati colori sia per la stoffa e le decorazioni che per le incisioni (anche se queste ultime molto spesso sono dorate o argentate) ed hanno un piccolo cordoncino con un fiocco sulla sommità per permettere ai possessori di appenderlo.

Questo tipo di omamori non va assolutamente mai aperto! Se lo aprite volontariamente, perderete la sua protezione, diventerà un oggetto inutile ed offenderete la divinità che gli ha infuso la sua spiritualità. Al contrario, se la rottura avviene con il tempo e l’usura, si crede che l’amuleto allora stia svolgendo il suo compito, attirando a se la negatività e le problematiche invece di lasciarle attecchire su di voi (quasi quasi sembra un’ottima tecnica di marketing).

L’altra forma in cui è possibile trovare un omamori è quella “a forma di qualcosa”. Se ne trovano veramente tanti, da quelli più classici a forma di campana o “zucca a fiasco”, a quelli a forma di uccello, volpe, carpa o gatto, a quelli a forma di dado o sacchettino.

L’effetto non cambia per via della forma, ed anche questi ultimi, come quelli in stoffa, forniscono aiuti specifici o generici.

Omamori in vendita in un santuario shintoista

Tra gli omamori più diffusi troviamo sicuramente quelli:

  • Per il successo nel lavoro
  • Per la felicità nella vita
  • Per guarire da una malattia o per vivere una vita in buona salute
  • Per trovare l’amore o nuove amicizie
  • Per rafforzare la propria situazione sentimentale o sposarsi
  • Per migliorare la propria disponibilità economica
  • Per la sicurezza in auto
  • Per viaggiare sereni e senza preoccupazioni
  • Per partorire serenamente
  • Per tenere lontani gli spiriti maligni
  • Per passare un esame o comunque trascorrere un anno scolastico alla grande
  • Per avere una “fortuna” a 360 gradi

 

Fabrizio Chiagano
Fabrizio Chiagano
Web Developer, UX e UI Designer. Abbastanza Nerd, appassionato di tecnologia, fotografia, cinema, documentari e marketing. Ovviamente, patito di anime, cucina e cultura Giapponese. Vivo a Milano ^_^