Ogni volta che organizzo un viaggio in Giappone, ma il ragionamento vale per qualunque destinazione, la prima parte del divertimento, dopo aver comprato i biglietti aerei, è sicuramente l’organizzazione dell’itinerario di viaggio.
Ci sono persone a cui il viaggio piace viverlo come viene, magari prendendo nota solamente dei luoghi da visitare assolutamente o di quelli necessari alla sopravvivenza, come ad esempio gli alberghi prenotati; c’è invece chi, come me, preferisce organizzare tutto in dettaglio, fare ricerche approfondite su cosa vedere e dove andare, studiare le particolarità dei luoghi di interesse, calcolare i percorsi più comodi ed economici per spostarsi da un luogo ad un altro, prendere nota dei ristoranti da non perdere assolutamente o dei negozi che potrebbero farmi tornare a casa con un po’ di materiale fotografico o di souvenir particolari.
Non stabilisco mai a priori dove andare giorno per giorno, ora per ora, ma organizzo l’itinerario suddiviso per zone, così da raggruppare le cose che voglio vedere in aree ben definite ottimizzando i tempi e gli spostamenti; deciderò poi una volta in loco se andare di qua o di là, magari in base alle previsioni del tempo o alla stanchezza accumulata il giorno prima nel percorrere km su km. Ovviamente un po’ di obblighi ci sono, soprattutto se si soggiorna in diverse città e quindi bisogna cambiare albergo, ma non è questo il punto 🙂
Una volta esistevano le mappe cartacee, e ci sono tutt’ora, ma poi è arrivato lo smartphone con il GPS e le App di cartografia, è tutto è diventato più facile. Infatti il software / sito web / app che oramai è diventato il mio punto di partenza per ogni viaggio è Google My Maps.
Fate attenzione al nome. Non vi sto parlando di Google Maps ma di Google My Maps, una versione derivata da Maps, ma separata, che vi permette di creare una mappa personalizzata, con tanto di punti di interesse personalizzati, percorsi, forme e misurazioni, che alla fine potete utilizzare sia con la App di Google Maps sia esportare ed utilizzare in altre app di mappe, come ad esempio MAPS.ME, che dispone di mappe completamente offline.
In questa guida vi spiego come la utilizzo io, da desktop, e come fare per gestirla al meglio per il vostro itinerario (in realtà esiste anche la versione da mobile).
Guida per Google My Maps
Per l’accesso potete usare il vostro account Google (lo stesso di gmail, android, drive o qualunque altro servizio di google utilizziate già); se non l’avete, dovete crearne uno.
Nella prima schermata troverete tutte le mappe create da terzi che avete visitato almeno una volta e tutte le mappe create da voi stessi. Per crearne una nuova vi basta cliccare sul pulsante rosso “Crea una nuova mappa”. Di default le mappe vengono create private, quindi saranno visibili unicamente a voi.
E’ possibile dare un nome ed una descrizione alla mappa (cliccando sul nome della stessa in alto a sinistra) creare vari raggruppamenti di punti di interesse chiamati livelli (ad esempio, ogni livello potrebbe corrispondere ad una città ed ai suoi dintorni, sempre cliccando in alto a sinistra), aggiungere tutti i punti di interesse che volete personalizzandoli nel colore e nell’icona e condividere la mappa con altri utenti.
La condivisione è molto comoda se state organizzando un viaggio in più persone e volete far vedere anche a loro l’itinerario o collaborare per l’aggiunta dei luoghi da visitare.
Per ricercare un punto di interesse potete digitarne il nome, le coordinate GPS o l’indirizzo nella barra di ricerca posta in alto alla pagina, cosi come già fate su Google Maps; vi verranno evidenziati sulla mappa tutti i luoghi trovati; quando siete sicuri di aver individuato quello corretto, cliccateci sopra. A questo punto potete aggiungerlo al livello correntemente selezionato della vostra mappa e personalizzarlo.
Ogni punto di interesse è personalizzabile nel nome, nel colore e nella sua icona. Io uso lo stesso colore per ogni macro zona che intendo visitare.
Ad esempio, quando sono stato a Kobe, siccome la visita era in giornata, ho usato per tutte le attrazioni lo stesso colore così da identificare ad occhio che quella era un’unica area; a Kyoto, invece, siccome il soggiorno durante l’ultimo viaggio era di 10 giorni, ho dato un colore differente ad ogni quartiere/area che intendevo visitare, così potevo intuire immediatamente cosa fare ogni giorno; come già detto, non mi interessava programmare cosa fare giorno per giorno, ma solamente avere raggruppati in modo ottimizzato tutti luoghi che volevo visitare, così da gestire al meglio la giornata al massimo.
Con le icone, invece, potete sbizzarrirvi senza limiti, c’è ne sono a disposizione centinaia, e se anche non vi bastassero, potete caricare una vostra immagine come icona.
Io, ad esempio, prendo nota degli alberghi prenotati con l’icona di una casa o di un letto; delle stazioni vicine all’albergo o che comunque hanno un interesse particolare per il percorso che intendo fare con l’icona di un treno; musei, templi, santuari, quartieri, luoghi in generare da visitare con l’icona di una stella o di un biglietto del cinema; i ristoranti interessanti con l’icona delle posate 🙂
Per avere un’idea più precisa della distanza tra due luoghi potete anche utilizzare la funzionalità “Misura aree e distanze”. Dopo averla selezionata, vi basterà cliccare sul primo punto ed in successione su tutti gli altri del percorso (che sia solo la destinazione in linea retta o un percorso formato da più punti), per vedere a video la distanza in metri. Questo dato, Però, è temporaneo e non può essere salvato.
Un’altra possibilità che avete è quella di tracciare linee, forme o percorsi stradali e pedonali. Io ad esempio l’ho utilizzato per segnarmi precisamente il Festival of Light di Osaka o il Sentiero del filosofo di Kyoto.
Quando la vostra mappa è completa potete recuperarla direttamente da Google Maps sul vostro smartphone e usarla per la navigazione, oppure esportare tutti i punti di interesse per importarli su un’altra app. Purtroppo non tutte le app terze supportano i file di export di Google My Maps (che tra l’altro sono file che seguono uno standard ben definito chiamato KML o KMZ, che sta per Keyhole Markup Language). Ricordate che solamente il KMZ supporta le icone ed i colori; il KML prevede l’export solo dei segnaposti con i loro nomi. Io, sinceramente, vi consiglio di utilizzare Google Maps, più veloce, completo e semplice.
In ogni caso la procedura per l’export della mappa in KML o KMZ è molto semplice, vi basta cliccare sui 3 pallini vicino al nome della mappa e scegliere Esporta in KML / KMZ, quindi scegliere se esportare tutti i livelli o solo uno e con quali impostazioni.
Dalla app di Google Maps, invece, è necessario cliccare sulla tab “Salvati” in basso, quindi scorrere verso destra le tab in alto fino a trovare “Mappe”; qui troverete tutte le mappe di My Maps, cliccate sulla vostra e tutto l’itinerario verrà riportato per l’utilizzo e la navigazione. Semplicissimo.
In questo modo io riesco a tenere sempre sotto controllo tutto il mio itinerario durante il viaggio vero e proprio, oltre che mi diverto un sacco e scopro sempre cose nuove nell’organizzare il tutto prima di parite.