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Kojiki: la nascita del Giappone e altri eventi mitologici

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Il Kojiki è la più antica opera letteraria di narrativa giapponese.

La sua composizione fu curata da Ō no Yasumaro, uno scrittore e nobile di corte, con il fondamenta aiuto di Hieda no Are, altro/a scrittore/scrittrice giapponese dall’intelletto e dalla capacità mnemonica fuori dal comune (di cui, però, non si hanno note biografiche sul suo sesso, data di nascita e morte).

L’incarico di redazione fu assegnato loro direttamente dall’imperatore Tenmu (631 – 686); prima ordinò ad Hieda no Are di memorizzare gli interi Teiki e Kyūji, due testi storici giapponesi che narravano della storia del Giappone e che sono andati entrambi persi; poi a Ō no Yasumaro di rivedere quanto scritto in questi due testi, correggerli da errori grammaticali e fonetici oltre che da inesattezze storiche, al fine di avere un documento corretto che narrasse le fondamenta del governo imperiale e che fosse tramandabile alle generazioni successive.

L’imperatore Tenmu morì nel 686, mentre il Kojiki fu completato e consegnato nel 712 all’imperatrice Genmei, nipote di Temnu.

Il Kojiki è composta da tre volumi: il primo è composto da una prefazione di Yasumaro e narra della fondazione del Giappone e di come nacquero le divinità shintoiste; il secondo si focalizza sui regni a partire da Jinmu, il primo imperatore del Giappone, fino ad arrivare a Ōjin, il 15esimo imperatore; il terzo continua la cronologia storica dal 16esimo al 33esimo imperatore.

Il primo volume è interamente mitologico, il secondo mescola alcuni racconti mitologici ad una sequenza cronologica storica, mentre l’ultimo è prettamente storico.

In quest’articolo ho voluto raccogliere i racconti del Kojiki che ancora oggi sono tra i più conosciuti e citati, ma anche quelli più particolari o che mi hanno colpito maggiormente, principalmente legati all’ambito mitologico.

 

Izanaki e Izanami: la nascita del Giappone

Izanaki e Izanami: la nascita del Giappone

In uno mondo composto unicamente da acqua e fango, 5 esseri sacri ed invisibili comparvero nel cielo ed a seguire altri 12, tra cui Izanaki (lui) e Izanami (lei). Questi ultimi due furono scelti per dare forma alla terra, vi discesero e costruirono una sontuosa colonna, al che iniziarono a parlare tra loro:

Come è il tuo corpo?
Il mio corpo? Sarebbe perfetto. Se solo non avesse una parte incompiuta, non del tutto chiusa.
Il mio, invece, ha un qualcosa di troppo. Potrebbe colmare la tua non tutta chiusa, per figliare le terre di un regno. Non credi?
Si, d’accordo.

Ma la semplicità degli incontri nei tempi antichi può avere anche un lato negativo. Infatti, dopo un primo giro intorno alla sontuosa colonna Izanami esclamò “Che bel ragazzo” ed Inazaki “Che bella ragazza”, ma avendo lei anticipato l’esclamazione di lui, i loro figli nacquero deformi. Al che, dopo consiglio con gli altri esseri divini, capirono che dovesse essere il maschio a parlare per primo!

Infatti, ripetendo il rituale nel modo “corretto”, Izanami fece nascere le prime 8 isole del Giappone e poi altre 6; al che decise che forse era ora di dare alla luce non solo “terre” ma anche altri esseri divini.

 

La morte di Izanami e la discesa negli inferi

Izanami diede alla luce 35 divinità, tra cui Kagutsuchi, il “sacro fuoco”; purtroppo la nascita di costui le bruciò gli organi genitali causandole la morte, ma non prima che dal suo vomito, dalla sua urina e dalle sue feci nacquero altri essere divini.

Izanaki non poté farsene una ragione, per cui decapitò il figlio Kagutsuchi; il sangue che schizzo sulle rocce e che colò dalla sua spada diede vita ad altri 8 esseri divini, ma ne nacquero ulteriori 8 anche dal corpo morto di Kagutsuchi.

A questo punto, il desiderio di rivedere Izanami fece sì che Izanaki scendesse nella terra delle acque ocra per riportarla in vita. Ma, al momento del suo arrivo Izanami gli disse

Fossi arrivato prima! E’ triste, ma mi sono già cibata alla mensa delle acque ocra […] proverò a convincere il signore delle acque ocra, ma non osare guardarmi

Ovviamente, manco a dirlo, Izanaki spiò cosa stesse accadendo e vide che Izanami era ricoperta di fuoco, braci, tizzoni e fulmini; a quella vista scappò ma la sua consorte, al grido di “Umiliata! Mi hai umiliata!” ed insieme agli esseri oscuri delle acque ocra si scatenò contro di lui, inseguendolo finché Izanaki non arrivò alla fine del tunnel e lo chiuse con un immenso macigno.

Nell’impossibilità di uscire, Izanami promise che ogni giorno avrebbe ucciso 1000 esseri umani ma Izanaki giurò che per 1000 uomini uccisi, lui ne avrebbe fatti nascere altri 1500.

 

Amaterasu e Susanoo

Una volta che Izanaki uscì dall’oltretomba, ritenendo quel luogo sporco e ignobile, decise di farsi un bagno per purificarsi da quella sporcizia; dove gettò i suoi indumenti nacquero 12 divinità, e durante il lavarsi in acqua ne nacquero altre, tra cui Susanoo che apparse dalla pulizia del naso, Tsukuyomi dalla pulizia dell’occhio destro e Amaterasu che spuntò durante il lavaggio dell’occhio sinistro.

A quel punto Izanaki affermò “Figli ne ho generati anche io, ed alla fine ne ho avuti tre davvero straordinari!”.

A Susanoo fu affidato il Regno dei Mari, a Tsukuyomi fu affidato il Regno della Notte e della Luna e ad Amaterasu fu affidato il regno delle Alte Pianure Celesti e del Sole.

Susanoo, in preda ad un pianto incessante disse al padre di voler andare a trovare la madre, al che Izanaki lo scacciò; andò quindi da Amatarasu per chiederle consiglio, ma lei inizialmente pensò che il fratello volesse spodestarla dal suo regno; Susanoo, quindi, le propose di generare ognuno dei figli per vedere chi avesse ragione; lei generò 3 femmine dalla spada di Lui (quindi figlie di Susanoo) e lui 5 maschi dalle gemme di Lei (quindi figli di Amaterasu), per cui, ovviamente, fu palese che Susanoo avesse detto la verità.

Per l’esultanza, Susanoo ruppe gli argini delle risaie celesti e defecò nella sala di Amaterasu, inoltre scuoiò un cavallo e lo getto al centro della stanza; la giovane tessitrice che era al suo interno, vedendo la scena si suicidò infilzandosi i genitali con la spoletta da cucito.

Amaterasu

Amaterasu, a sua volta, rimase sconvolta dal tutto e si nascose in una grotta, chiudendosi dentro con una roccia a bloccarne l’ingresso; la notte scese perenne sul mondo e le malattie iniziarono a girare imperterrite sulla terra.

A quel punto le altre divinità si riunirono cercando di far uscire Amaterasu, ma nulla, finché Ama-no-Uzume iniziò a danzare suscitando le risate delle altre divinità; Amaterasu, incuriosita, si affacciò e vide il suo riflesso in uno specchio appositamente posizionato lì da Ama-no-Uzume, rimanendone stupefatta; a quel punto gli altri riuscirono a tirarla fuori dalla grotta ed a convincerla a tornare al suo ruolo di sacerdotessa celeste.

Susanno fu esiliato nel mondo degli umani, ma prima di andar via chiese alla principessa Ohoke del cibo per il viaggio; questa tirò fuori dal suo naso, dalla sua bocca e dal suo ano pietanza che sembravano squisite, ma Susanno, vedendo da dove le aveva tirate fuori, si oltraggiò e la uccise.

Arrivato sulla terra incontrò un drago a 8 teste e 8 code chiamato Yamata no Orochi, che uccise e da cui estrasse la spada sacra chiamata Kusanagi no Tsurugi, la spada falcia erbe, che successivamente donò ad Amaterasu.

 

Ninigi, il bisnonno del primo imperatore del Giappone

Dopo la sconfitta dei kami malvagi e ribelli che vivevano ad Ashihara no Nakatsukuni, la terra (ovvero il Giappone) a metà tra i Cieli e gli Inferi, Amaterasu sancì che suo figlio Oshihomimi, uno dei 5 figli nati dalle sue gemme durante sfida con Susanoo, scendesse in questa terra per prenderne possesso, ma Oshihomimi propose di far discendere suo figlio Ninigi, nipote di Amaterasu, al suo posto.

Amaterasu accettò e donò a Ninigi i tre sacri tesori: la spada Kusanagi-no-Tsurugi, lo specchio Yata-no-Kagami, e la gemma Yasakani-no-Magatama, oltre ad alcuni kami come supporto per la discesa nel suo nuovo regno.

 

Ninigi e la fine dell’immortalità degli imperatori giapponesi

Un giorno Ninigi vide una bellissima ragazza e le chiese chi fosse e se fosse possibile sposarla; lei rispose di essere la figlia del kami Ohoyamatsumi, il fratello maggiore di Amaterasu, che aveva una sorella maggiore e che l’unico a decidere della sua sorte sarebbe stato suo padre.

Ohoyamatsumi fu molto entusiasta della richiesta di Ninigi e gli offrì in sposa anche la sua prima figlia, chiamata Principessa Dura Roccia; Ninigi nel vederla, però, si inorridì per la sua bruttezza e la rifiutò, prendendo in sposa solamente la sorella minore, chiamata Principessa in Fiore.

Questa decisione fece andare su tutte le furie Ohoyamatsumi, che si sentì umiliato, e che quindi sentenziò:

Le mie figlie le davo entrambe in matrimonio legandole in sortilegio alla vita della stirpe eccelsa degli esseri sommi, la Principessa Dura Roccia per la durata della roccia […], la Principessa in Fiore per lo splendore di un albero fiorito. Senza la Principessa Roccia, con solo la Principessa in Fiore, la vita della stirpe eccelsa degli esseri sommi durerà quanto dura a cielo sereno un fiore.

Per questo motivo ancora oggi gli imperatori del Giappone non sono più immortali!

 

Jimmu, il primo imperatore del Giappone

La Principessa in Fiore rimase incinta di Ninigi la prima notte, e fu immediatamente vicina al parto; questo fece sorgere dei dubbi a Ninigi che le rispose che la cosa era impossibile, e che il figlio che aspettava non potesse essere suo.

La principessa, per dimostrare che stesse dicendo la verità, si chiuse all’interno di una casetta e diede fuoco a tutto affermando:

Se i bambini che ho in corpo sono di un essere di queste terre il parto andrà male, se sono della stirpe dei celesti il parto andrà bene

Partorì 3 bambini sanissimi: Hoderi, Hosuseri e Hoori.

Hoderi e Hoori, il primo principe dei mari ed il secondo principe dei monti, un giorno decisero di scambiarsi il posto per provare le competenze l’uno dell’altro, ma Hoori perse l’amo da pesca di Hoderi, causando la rabbia del fratello. Per cercarlo, Hoori si recò nel palazzo del dio del mare Watatsumi, anche detto Ryujin, dove si innamorò e sposò la figlia Toyotama-hime.

Dopo 3 anni Hoori tornò in superficie e sottomise il fratello Hoderi; Toyotama-hime, che era rimasta incinta, decise che avrebbe partorito in superficie, per cui raggiunse il suo sposo per dargli la notizia, aggiungendo

Gli esseri di altri mondi al momento del parto assumono le sembianze originarie. Farò così anche io adesso, perciò non guardarmi, ti prego.

Anche in questo caso, Hoori la spiò durante il parto e vide che le sue vere sembianze erano quelle in un wani (un drago). Lei, arrabbiata e piena di vergona, se ne andò senza fare mai più ritorno; affidò il figlio appena nato, Ugayafukiaezu-no-Mikoto (che significa Principe dell’incompleto riparo di piume di cormorano) a sua sorella Tamayori-hime per prendersene cura.

Anni dopo, Ugayafukiaezu sposò sua zia Tamayori-hime con cui ebbe 4 figli, uno dei quali sarà l’imperatore Jimmu, primo imperatore del Giappone.

 

Tajimamori e l’albero di arancio

Nel secondo volume del Kojiki si narra che Suinin, l’undicesimo imperatore del Giappone, inviò Tajimamori nelle terre di Tokoyo no kuni (il mondo eterno dove la vita continua) per cercare i frutti dell’albero che profuma sempre.

Tajimamori riuscì nel suo incarico, trovo i frutti e ne portò indietro una grande quantità, insieme a rami e foglie, ma al suo ritorno l’imperatore era già morto; decise quindi di dividere ciò che aveva riportato con se, metà la diede alla moglie dell’imperatore e l’altra metà la porto alla tomba dell’imperatore, dove lui stesso morì sopraffatto dal dolore.

Il frutto che profuma sempre altro non è che l’albero di arancio (nello specifico arancia tachibana) e Tajimamori è il kami dei dolci e della pasticceria, custodito nel santuario di Nakashima-jinja nella città di Toyooka, a Hyogo.

 

L’attesa e l’oblio

Verso la fine del terzo volume si racconta che l’imperatore incontrò una giovane donna mentre lavava dei vestiti lungo il fiume Miwa, il suo nome era Akawiko; nel vederla l’imperatore le ordinò:

Non prendere marito. Presto sposerai me.

La donna attese una chiamata da parte dell’imperatore per 80 anni senza mai riceverla, al che, oramai conscia della sua vecchiaia, decise che era giunto il momento per togliersi ogni dubbio. Raccolse dei doni e si recò a corte, ma al suo arrivo l’imperatore la guardò e le disse “Ma tu chi sei?”

La donna rammentò la sua storia all’imperatore il quale le rispose:

Io ho dimenticato l’impegno mentre tu per tenervi fede hai finito con lo sprecare i tuoi anni migliori. E straziante!

Ma vista la vecchiaia comunque non la sposò! Per compensare la fece riaccompagnare a casa con una grande quantità di doni.

 

Le citazioni sono state prese dal libro “Kojiki – Un racconto di antichi eventi” a cura di Paolo Villani ed edito da Marsilio Editore nel 2006.

Fabrizio Chiagano
Fabrizio Chiagano
Web Developer, UX e UI Designer. Abbastanza Nerd, appassionato di tecnologia, fotografia, cinema, documentari e marketing. Ovviamente, patito di anime, cucina e cultura Giapponese. Vivo a Milano ^_^