Il buddismo è una delle due grandi religioni del Giappone, insieme allo Shintoismo, e così come molte altre religioni al mondo ha tra le sue principali caratteristiche anche la venerazione degli antenati, e quindi dei defunti, che rimangono in parte connessi con il mondo terreno, e quindi con i vivi, grazie alle preghiere, le offerte ed i rituali che questi ultimi praticano.
La morte è una transizione verso un altro stato della propria esistenza, grazie alla quale l’anima del defunto può continuare il proprio percorso evolutivo. Le persone vive, grazie al culto degli antenati, offrono sostegno spirituale ai defunti, mentre le anime delle persone morte possono ricambiare questo aiuto fungendo da guide e offrendo protezione e saggezza.
Una particolarità prettamente del buddismo giapponese, legata alla morte, è il cosiddetto “nome postumo” o “nome post-mortem”, che in giapponese prende il nome di Kaimyo (戒名); nel Buddismo Theravada ed in quello Mahayana, viene dato un nuovo nome ai nuovi monaci, in segno di accettazione dei precetti della religione, ma in Giappone questa pratica riguarda anche i defunti.
La nomenclatura di questa pratica può variare da setta a setta, ad esempio setta della Terra Pura Jodo Shinshu la chiama Homyo (法名) mentre la setta Nichiren la chiama Hogo (法号).
L’idea di base del Kaimyo post-mortem è quello di evitare che il defunto, se chiamato con il suo nome in vita, possa cercare di fare ritorno; in origine, veniva assegnato solo a chi aveva vissuto rispettando i Cinque Precetti Buddisti (Goshōkai: non uccidere, non rubare, non commettere adulterio, non mentire e non bere alcolici), ma oggi, in Giappone, è una parte standard del funerale buddista e per averlo basta semplicemente acquistarlo al tempio; più si paga più il monaco darà un nome sontuoso e scritto con kanji antichi…
Obon, la festa dei morti
Una delle festività buddiste giapponesi più famose è sicuramente l’Obon (お盆) o solamente Bon (盆), anche detta Festa dei Morti, che si tiene per più giorni nel periodo estivo in momenti diversi in base alle regioni giapponesi; in quelle occidentali (Kyoto, Osaka, Nara, etc.) e nella maggior parte della nazione si celebra a metà agosto, in quelle orientali (Tokyo, Yokohama, Hakodate, etc.) a metà luglio, mentre ad Okinawa ed in alcune regioni più rurali continua a celebrarsi il 15esimo giorno del 7mo mese secondo il calendario lunare.
Durante questo periodo si pensa che le anime dei defunti ritornino nel nostro mondo per fare visita ai propri parenti, i quali li accolgono e ne onorano il loro ricordo. Inoltre, anche secondo le tradizioni di influenza del taoismo, si ritiene che dal 1 al 15 giorno del settimo mese del calendario lunare, l’inferno apra le sue porte e le anime al suo interno tornino nel nostro mondo.
Ci si prepara all’accoglienza delle anime in molti modi:
- Si puliscono le strade ed i sentieri che dalle montagne e dai fiumi portano ai villaggi, infatti si pensa che qui risiedano le anime dei defunti e che pulendo le strade si agevoli il loro transito
- Si prepara lo shoryodana nelle proprie abitazioni e nei templi, ovvero una specie di piccola gradinata su cui vengono posizionate offerte di cibo, acqua, incenso e fiori per accogliere e onorare gli spiriti dei defunti
- Si illuminano i sentieri, i fiumi e le montagne con lanterne, candele, lampade o falò per sì che le anime abbiano un punto di riferimento per non perdersi e trovare facilmente la strada per tornare “a casa”
- Si pratica Bon Odori (盆踊り), ovvero una danza tradizionale che vuole simulare quella fatta dalle anime che sono riuscite a scappare dagli inferi e che serve sia ad intrattenere le anime dei defunti sia per fare “comunità” tra i vivi
- Si preparano i Seirei-uma (精霊馬) con cetrioli e melanzane; a questi frutti vengono aggiunte delle zampe fatte con bacchette di legno per simulare i “cavalli degli spiriti” (traduzione di seirei-uma) in altre parole i cavalli che trasportano gli spiriti dei defunti
- Si vanno a visitare le tombe nei cimiteri e le si ripuliscono
Oltre l’Obon, che è un evento che si tiene in un preciso periodo di pochi giorni, anche nel buddismo per ricordare e venerare i morti vengono utilizzati monumenti funebri, piccoli o grandi, solitamente nei templi e nei cimiteri, ma anche nelle proprie abitazioni.
Ohigan, gli equinozi di primavera e autunno
L’Ohigan (お彼岸), o solamente Higan (彼岸), è la festività buddista che si tiene nel corso degli equinozi di primavera e d’autunno e durante la quale si fa visita alle tombe dei defunti e dei propri antenati e si tengono commemorazioni funebri; questa festività dura per 7 giorni, inizia 3 giorni prima dell’equinozio e finisce 3 giorni dopo.
La parola “ohigan” deriva dal cinese “tohigan” che a sua volta deriva dal sanscrito “paramita“, ed il suo significato è indicativamente “raggiungere il mondo dell’illuminazione“; pensiamo ad un fiume ed alle sue due sponde, su “questa sponda” (Shigan) c’è il nostro mondo, pieno di desideri e frivolezze, mentre sulla “altra sponda” (Higan) c’è la Terra Pura, ovvero quel mondo di intermezzo tra il nostro ed il Nirvana da cui, grazie all’aiuto ed agli insegnamenti diretti del Buddha Amida, si può più facilmente raggiungere l’illuminazione; il fiume prende il nome di Sanzu.
La durata di 7 giorni dell’Ohigan è strettamente legato al Rokuharamitsu (六波羅蜜), ovvero il perfezionamento delle 6 virtù Buddiste necessario per raggiungere l’illuminazione; infatti il giorno centrale della festività, il giorno vero e proprio dell’equinozio, si fa visita ai defunti ai cimiteri, si svolgono funzioni commemorative e si fanno preghiere ed offerte di cibo e fiori anche di fronte all’altare buddista che si tiene in casa (il Butsudan, 仏壇), mentre i tre giorni prima e dopo sono dedicati ognuno al perfezionamento di una delle virtù, ovvero:
- Shingyō (信行): Fede e devozione
- Shagyō (捨行): Generosità
- Kaigyō (戒行): Disciplina morale
- Shōjin (精進): Diligenza nella pratica spirituale
- Zendai (禅定): Meditazione e concentrazione
- Chie (智慧): Saggezza
Ovviamente l’esercizio del Rokuharamitsu è continuativo tra i monaci buddisti, ma per i fedeli che non possono praticarlo tutti i giorni, viene data la possibilità di concentrarlo durante l’Higan.
Il motivo per cui esiste l’associazione tra la Terra Pura e gli equinozi è dovuta al fatto che la credenza buddista vuole che la Terra Pura si trovi a ovest; ora, il sole sorge ad est e tramonta ad ovest e durante gli equinozi la durata del giorno e della notte dura lo stesso tempo, per cui nei due giorni dell’equinozio la Terra Pura ed il nostro Mondo si trovano il più vicino in assoluto, rendendo la comunicazione tra i due mondi più facile.
Differenze e cose in comune tra Obon e Ohigan
Anche se entrambe le festività sono rivolte alla commemorazione dei defunti e degli antenati ci sono alcune cose che è prassi fare unicamente durante l’Obon ed altre solamente durante l’Ohigan, così come ci sono cosa in comune tra le due festività.
Nello specifico, solo durante l’Obon:
- Si predispone l’illuminazione dei sentieri e dei fiumi con lanterne e con fuochi
- Si tengono le danze di Bon Odori
- Si allestisce la Bondana (盆棚), ovvero il “ripiano del Bon”, per fare offerte, recitare preghiere e rendere omaggio agli antenati
Solo durante l’Ohigan, invece:
- Si pratica il Rokuharamitsu, ovvero il perfezionamento delle 6 virtù Buddiste
- Si partecipa all’Higane (彼岸会), un servizio commemorativo per gli antenati, che si tiene principalmente nei templi ma può essere svolto anche direttamente in casa
Tra le cose in comune, troviamo:
- Il pulire ed il far visita alle tombe dei propri antenati
- Il praticare offerte alle anime dei defunti
- Il sistemare e pregare davanti all’altere buddista che si ha in casa